FEUERBACH

 FEUERBACH 


Già dopo la morte di Hegel, i suoi numerosi discepoli cominciarono a distinguersi in una destra e una sinistra, cui appartiene lo stesso Ludwig Feuerbach. La complessa filosofia dell’idealista ed in particolare il movimento dello aufheben ha forti ambiguità. Ciò che è reale è razionale e ha perciò ragione di esistere. La destra hegeliana privilegiò dunque il momento dialettico del conservare, ovvero, la sua funzione leggittimatrice dell’esistente. La sinistra hegeliana privilegiò al contrario il momento del togliere, ovvero, la funzione critica e rivoluzionaria della razionalità.

Particolare fu l’analisi del rapporto tra filosofia e religione. La filosofia era posta infatti come l’inveramento della religione. Era considerata l’espressione secondo il concetto di ciò che la religione esprimeva secondo rappresentazione.


La destra hegeliana si fece così portavoce della identità di contenuto di fede e ragione. Ritiene infatti che la filosofia sia uno strumento di legittimazione e conservazione della religione e dell’esistente. La sinistra invece privilegiò il momento del superamento intendendo la filosofia come la distruzione della religione. La prima finì con tentare una giustificazione razionale per la religione. La seconda con il considerare la filosofia uno strumento di critica e contestazione razionale alla religione.

La destra hegeliana non ebbe forte rilievo storico. La sinistra critica ebbe invece notevoli capacità innovative sul piano filosofico, antropologico e politico. Feuerbach fu il massimo esponente della sinistra hegeliana. Le sue tesi dettero origine al cosiddetto materialismo. Questo è un movimento che ribalta i rapporti hegeliani privilegiando il momento materiale a quello spirituale. Non è la Natura la manifestazione dello Spirito, lo Spirito la manifestazione del Reale o Materiale.


Per Feuerbach la filosofia deve cogliere la realtà nella sua concretezza. Egli perciò critica il rapporto idealistico col mondo. Viene innanzitutto messo in crisi il punto centrale dell’idealismo. La realtà non coincide con il pensare. L’essere in Hegel è astratto e non corrisponde all’esistente, ma all’esistente soltanto pensato. Per Feuerbach l’identità in Hegel non è tra il pensiero e l’essere, ma tra il pensiero e l’essere soltanto pensato. L’identità non è allora dialettica ma tautologica, giacché tra il pensiero si trova relato al pensiero stesso. Per poter affermare l’essere è necessario qualcosa di diverso dal pensiero stesso.

All’essere appartiene la singolarità al pensiero l’universalità. Un’idea realizzata è reale soltanto in quanto si nega come ideale. Ma negarsi come pensiero significa cessare di essere puro pensiero, essere realtà e sensibilità come qualcosa che è più della pura idealità. Realtà-sensibilità-verità, si identificano con l’oggetto della nuova filosofia.

L’uomo singolo non ha in sé l’essenza dell’uomo. Essa è contenuta solo nella collettività e nel rapporto dell’IO con il TU. La vera dialettica non è un monologo del pensatore solitario con sé stesso. E’ piuttosto il dialogo e il criterio di verità non è il singolo, ma la comunità. Nella realtà effettiva delle cose l’essere si configura come il soggetto originario e il pensiero è un predicato dell’essere (l’attributo o l’effetto). L’idealismo offre una visione rovesciata delle cose, in cui ciò che viene prima (il concreto, la causa) figura come ciò che viene dopo.


Non è Dio ad aver creato l’uomo, ma l’uomo ad aver creato Dio. L’uomo ha infatti proiettato fuori di lui in una soggettività astratta le sue migliori qualità elevate in sommo grado. La religione è perciò l’infanzia dell’umanità. Il bambino vede il proprio essere fuori di sé, prima di trovarlo in sé. L’origine di tale proiezione può essere la più svariata:


  • La distinzione fra l’individuo e la specie. L’uomo ha coscienza di sé come singolo e come membro di una specie e mentre come singolo si sente debole, come specie si sente invece onnipotente e Dio.
  • L’opposizione tra volere e potere. Nel suo volere l’uomo si concepisce come forte e illuminato, nel sul reale potere si sente invece inutile e frustrato.
  • La dipendenza dell’uomo di fronte la natura: il sentimento di dipendenza ha spinto l’uomo ad adorare la Natura (come acqua, luce, etc.)


Se la religione è un’antropologia capovolta, l’hegelismo è una teologia mascherata o meglio una teologia razionalizzata. E’ una traduzione in chiave speculativa del filone teologico occidentale dalla patristica in poi. La filosofia di Hegel è l’ultimo rifugio della teologia, l’ultimo sostegno razionale. Come una volta i teologi diventarono de facto aristotelici per poter combattere il protestantesimo. Così ora i teologi protestanti devono diventare de iure hegeliani per poter o da combattere l’ateismo”.  L’idea delle spirito di Hegel come il Dio cristiano è alienante, un fantasma di noi stessi, il pensiero dell’uomo posto al di fuori dell’uomo stesso.


Quello inaugurato da Feuerbach è un umanesimo naturalistico. Fa dell’uomo lo scopo e l’oggetto della filosofia. Fa della Natura la realtà primaria da cui tutto dipende, compreso lo sviluppo dello Spirito. L’uomo è qui inteso nella sua concretezza e storicità, come essere di “carne e sangue”. Esso non è un’astratta spiritualità, ma concretezza e materialità (sensibilità, tangibilità).

Ciò non vuol dire ridurre l’uomo ad un ammasso di carne, anzi Feuerbach valorizza l’amore come passione fondamentale che ci lega alla vita. Tanto più uno partecipa all’essere quanto più ama. Ammettere che l’uomo è relazionalità e amore, significa ammettere che l’uomo ha la necessità degli altri. Ossia il fatto che l’Io non può stare senza il tu.


  • Da ciò il comunismo di Feuerbach, ossia l’dottrina dell’essenza sociale dell’uomo. Le idee e i pensieri scaturiscono soltanto dalla comunicazione. L’uomo si eleva al concetto, alla ragione, non da solo, ma insieme all’altro.
  • L’uomo è ciò che mangia. Questa famosa frase testimonia l’idea dell’unità psicofisica dell’individuo. A livello sociale se si vogliono migliorare le condizioni spirituali di un popolo bisogna innanzitutto migliorare le sue condizioni materiali. Lo Spirito è un prodotto della Natura.
  • L’ateismo di Feuerbach è dunque coniugato con il filantropismo. Legato al superamento di quella condizione infelice della coscienza. Essa ha trasporto fuori di sé il meglio di sé, umiliandosi e frantumandosi. L’amore per Dio va dunque sostituito con l’amore per l’uomo, la fede in Dio nella fede per l’uomo

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